Questione eBook e libera circolazione di contenuti artistici in rete.

Siamo ormai abituati a scaricare.
La musica, che siano album appena usciti o discografie intere, prende vita nei nostri hard-disk senza spendere un euro, la masterizziamo su cd o la buttiamo nell’ipod ed ecco che in macchina o in spiaggia abbiamo la nostra musica e la capatina al negozio di dischi è diventata ormai una prassi pre-natalizia o giustificata dal compleanno di un amico. I film, che non facciamo in tempo a vedere al cinema o vecchie pellicole che ci vengono suggerite, possiamo vederli gratis, scaricandoli in HD o DivX oppure gustandoli leggermente pixelati da megavideo o altri portali di streaming.
Certo, questa è pirateria, illegale secondo la legge, ma i più se ne sbattono della moralità e usufruiscono di arte a basso costo, quasi a costo zero. Ed è giusto: la rivoluzione digitale e internet, oltre che generare squadroni di facebook-dipendenti, ci dona anche un infinito e gratuito archivio di opere. Non pochi sono gli artisti che hanno capito quanto inutile, anzi direi quasi assurdo, sia cercare di arginare se non bloccare il libero circolare delle proprie creazioni sul web.
Non voglio parlare di artisti famosi, che hanno alle spalle etichette e major e che raramente scendono a patti col web, bensì di artisti validi, chiamiamoli emergenti, che decidono di donare senza se e senza ma le loro creazioni al pubblico. Due esempi di ottima musica tra i tanti che mi vengono in mente sono i Rein, gruppo folk-rock romano che ha rilasciato in Creative Commons il suo ultimo album e i precedenti mettendoli gratuitamente a disposizione e gli LNRipley, gruppo elettro-rock tra i cui membri appare il batterista dei Subsonica, band che distribuisce gratuitamente sul web la propria musica e invita il pubblico a portare con se la chiavetta usb ai live per ricevere in dono i loro brani. In ambito cinematografico, segnalo la serie italiana Freaks!, divertente e ben fatta, realizzata da giovani cineasti che hanno deciso di proporre il loro lavoro gratuitamente e in hd su youtube.
Tutto questo, oltre che rendere felici i fruitori dell’arte, che possono così gustare ottimi prodotti in maniera legalmente gratuita, serve a promuovere gli artisti stessi, a farne girare il nome, le opere, creando un pubblico che, prima o poi in vista di un live o di un evento, spenderanno volentieri qualche euro per il biglietto, portando così anche un poco di guadagno nelle tasche degli artisti. La qualità è assicurata dalla quantità di pubblico: si sa, molte cose nel web sono una “ciofeca”, anche se gratuite non meritano di occupare neanche un KiloByte nei nostri computer, ma quando un artista che diffonde la sua opera gratuitamente raggiunge migliaia di download o centinaia di migliaia di ascolti o visite, allora è valido, e la sua scelta di spargere gratuitamente la propria arte diventa un potente amplificatore che facilita la strada verso il successo.
E i libri?
Difficile fare ipotesi futuristiche, ma vediamo allo stato attuale delle cose come si muove la parola scritta nel web. Pubblicazioni autonome ce ne sono, e molte. Alice senza niente, romanzo scritto da un esordiente trentenne dal nome Pietro de Viola è forse il caso letterario nel web più importante di questi ultimi tempi: 30mila copie scaricate e prossimamente approderà in libreria. Rilasciato gratuitamente in licenza Creative Commons, il libro è stato spinto da un’azione di marketing interamente curata dall’autore. Certo, se il libro non fosse stato anche un buon libro, non avrebbe mai raggiunto la quantità di download che ora vanta. C’è però da chiedersi se mai sarebbe potuto approdare in libreria se non fosse stato prima così fortemente acclamato dal web. La risposta, senza ombra di dubbio, ve la dico io: no. Non sarebbe mai approdato in libreria, l’autore avrebbe aspettato mesi e poi, magari, rivalutando il suo lavoro letterario alla luce dell’insuccesso della non pubblicazione, lo avrebbe buttato così, senza troppa pubblicità, sul web, ricavandone forse qualche centinaia di download.
Tornando da un convegno tenutosi a Milano dal titolo “Editech – editoria innovazione e tecnologie”, riflettevo sulle parole di esponenti di grandi case editrici italiane (Feltrinelli, Marsilio, Libreria universitaria… ) che hanno spiegato come l’ebook deve avere alle sue spalle un organo di promozione e pubblicazione come una casa editrice. Devo affermare quindi che Alice senza niente è forse uno dei pochi esempi di buoni libri che circolano gratuitamente sulla rete: tantissime pubblicazioni che si possono prendere a zero euro e caricare sul proprio eReader o leggere sul pc sono in effetti libretti mal scritti, che non si finiscono di leggere, o che a volte possono essere buoni ma per meno della metà delle pagine. La mediazione della casae ditrice sembra quindi necessaria. Ma, non può esistere una via di mezzo? Abbiamo eBook pubblicati dalle case editrici che costano dieci euro o più, oppure libri gratuiti che non valgono niente, neanche i secondi spesi per il download.
La via di mezzo risiede a mio avviso in realtà come il castello volante: recentemente è uscito il primo volume di una collana chiamata i fiori del web. Curata da Zop, che dirige da anni un ottimo blog sulla letteratura e che è a sua volta un valido autore, la collana ospiterà pubblicazioni di testi trovati nel web, di quelli gratuiti come gli ebook o di quelli buttati lì, come blog personali e altro. Il primo libro, Vite da precari, è stato rilasciato gratuitamente. La casa editrice il castello volante sicuramente cerca il guadagno come tutte le aziende che operano nell’editoria, ma ha deciso di essere pioniera di una nuova realtà come quella della libera circolazione degli eBook, che è secondo me un processo inarrestabile, perché legato all’avanzamento tecnologico: i libri digitali, la loro non più necessaria dipendenza dalla carta, dalla fisicità, e quindi dall’editore che stampa e distribuisce. Come la musica, che dai nastri ai cd ora viaggia in digitale divenendo quasi sempre gratis, come i film che non necessariamente vanno visti al cinema o in home video ma anche gratuitamente on line, così i libri devono e prenderanno il loro corso di elemento digitale, condivisibile e scaricabile.
Sono però convinto quando dico che un buon disco ascoltato in qualità cd o da vinile, magari su un buon impianto stereo, è un’esperienza assai diversa e più coinvolgente del brano scaricato da youtube e fatto uscire dalle casse dello smartphone, così come un film si apprezza innegabilmente meglio nella sala di un cinema con maxi-schermo e dolby surround mentre visto su megavideo sembra un quadro impressionista in movimento, e così un libro, selezionato da una casa editrice e pubblicato in cartaceo, si legge ovunque e ci concede la possibilità di estraniare la nostra mente dall’affannosa vita di tutti i giorni regalandoci così quella pausa di riflessione che difficilmente arriverebbe leggendolo sullo schermo di un pc, con facebook acceso nella schermata di fianco e l’email che ogni tanto lampeggia per un nuovo messaggio ricevuto.
I grandi editori sicuramente continueranno a pubblicare i loro eBook con DRM (Protocollo digitale che impedisce la duplicazione del file oltre un certo numero di volte) e a prezzi a mio avviso ancora troppo alti (per loro i costi di creazione di un ebook sono le metà di quelli cartacei per la semplice mancanza della spesa per l’elemento fisico, ovvero la carta e l’inchiostro. Perché noi dobbiamo pagarli con uno sconto rispetto al cartaceo che raggiunge massimo il 30%?).
I piccoli editori, che un nome devono ancora farselo e un pubblico anche, e che possono, anzi devono, aiutare l’esordiente valido a uscire nel mercato editoriale, hanno compreso l’utilità di puntare a nuovi lettori selezionando e presentando esordienti a costi bassi (due, tre euro per un ebook “scelto” io li spendo, e sia l’autore che la casa editrice hanno il loro guadagno) o anche a costo zero, se l’autore accetta. Si veda, ad esempio, editori come Intermezzi, WePub (ma ne esistono molte altre, cercatele, diffondetele). Grande gioia dei lettori che possono evitare di spulciare in librerie digitali di libri gratuiti ma dalla qualità incerta e concedersi buone letture a prezzi ragionevoli, a mio avviso eco-sostenibili (per quanto la realtà digitale consumi corrente elettrica, un ebook letto su un eReader di sicuro non ha bisogno di alberi) e in futuro, perché no, quest libri digitali saranno anche più raffinati e coinvolgenti a livello multimediale.